ABBAZIA DI PRAGLIA
Carla Silvestrin
Volevo ancora soffermarmi sull'Abbazia di Paglia. Mi ha lasciato dentro un'eco molto profonda, perché forse non l'avevo mai osservata dal prezioso punto di vista artistico. Volevo condividere le informazioni che ho goduto durante la mia visita ed oltre.
Dedicata a Santa Maria Assunta, l’Abbazia di Praglia sorge a poca distanza dalla città, in una piccola valle tra i Colli Euganei.
Essa risale alla fine dell’XI secolo e fu fondata da Maltraverso de’ Maltraversi, lungo l’antica strada che da Padova conduceva ad Este. Praglia fu uno dei maggiori centri da cui prese le mosse la colonizzazione agricola benedettina nell'XI secolo, ed ebbe importanza fondamentale nella ricostruzione e nella bonifica della campagna padovana, devastata dalla invasioni barbariche e abbandonata per quasi mezzo millennio. Aggregata al monastero di Polirone nel 1124, l’Abbazia fu feudo di Federico II nel XIII secolo, e conquistò l’autonomia nel 1304. Nel 1448 essa fu aggregata ai Benedettini di Santa Giustina di Padova, che possedevano buona parte del territorio padovano e numerose abbazie foranee. Su progetto di Tullio Lombardo, nel 1490 i frati procedettero ad un radicale restauro e riedificazione del monastero e della chiesa, che assunsero la forma attuale: la torre campanaria rimane l’unica testimonianza visibile di quello che fu l’originario impianto medievale.
L’Abbazia fu soppressa dai decreti napoleonici del 1810; ripristinata nel 1834 da Francesco I, fu nuovamente soppressa nel 1866. L’anno successivo fu applicata nel Veneto la legge che eliminava tutte le corporazioni religiose: a Praglia restarono solo pochi monaci, con funzioni di custodia. L’Abbazia fu spogliata dei terreni: furono asportati i dipinti, i libri, l’archivio e gli arredi. . Nel 1882 il chiostro botanico, quello pensile , la biblioteca e la chiesa (chiusa al culto) furono dichiarati monumento nazionale mentre il resto della struttura venne adibito ad usi diversi.
Nel 1904, dopo alcuni anni di trattative e acquisizioni da privati, ritorna definitivamente in mano ai benedettini che, oltre a riattivare l'importante attività religiosa, si dedicano e specializzano nel restauro di libri antichi e d'arte diventando il punto di riferimento mondiale di questa delicatissima attività. Il nuovo cammino di Praglia, da allora, fu sempre in ascesa, anche durante le due guerre mondiali che videro Praglia schierarsi in prima linea,come luogo di pronta accoglienza, e luogo di custodia d’infiniti e preziosi tesori di storia e d’arte, compresi i quattro cavalli di bronzo della basilica di San Marco a Venezia.
L'abbazia è costituita dalla basilica e dal monastero, complesso assai articolato.
La chiesa attuale, iniziata nel 1490 su progetto di Tullio Lombardo, venne consacrata nel 1545. La semplice facciata, tripartita con un richiamo alla scansione interna, ha un elegante coronamento a volute. Dietro al corpo di fabbrica si erge il campanile romanico, unico resto della chiesa tardo duecentesca. L’interno, a croce latina, è diviso in tre navate da slanciati pilastri ionici, ai cui lati si aprono cinque cappelle, profonde come il transetto.
La cupola, affrescata da Giambattista Zelotti, rappresenta la Glorificazione del sacrificio di Cristo. Sul tamburo, alternati alle finestre, sono rappresentati quattro episodi della vita di Gesù: la Natività, la Circoncisione, Gesù tra i dottori e le nozze di Cana. Nei pennacchi sono raffigurati i quattro Evangelisti affiancati da altrettanti Padri della Chiesa.
Ho trovato questo interessante link sulle vicissitudini che il luogo amato da tanti poeti ebbe.....
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